Non un museo statico, ancor meno nostalgico e rievocativo, ma un centro vivo di riflessione, studio, documentazione e divulgazione contro tutte le forme di dittatura.
Le notizie pubblicate oggi su alcuni organi di stampa circa l’eventualità di creare un museo del fascismo a Predappio rischiano di apparire fuorvianti, e di determinare pericolosi ma infondati equivoci.
Sono almeno tre anni che, come Regione, stiamo ragionando intorno a un progetto storico-culturale che, partendo dal recupero dell’immobile dell’ex Casa del Fascio ne faccia un centro di studi internazionali sul fascismo e contro tutti i totalitarismi.
Un progetto che ancora non ha una copertura finanziaria dal momento che dovrà concorrere, come altri, ai bandi europei.
L’idea dunque è di partire laddove simbolicamente il fascismo è nato, per studiarne l’evoluzione fino ai nostri giorni, in cui drammaticamente si sta riproponendo in nuove forme sullo scenario europeo.
Così come vogliamo ragionare sul complesso di tutte le espressioni di totalitarismo che hanno segnato il secolo scorso.
Ci tengo a ripeterlo, perché sia chiaro e sgombrando ogni equivoco: nulla di statico o peggio ancora di rievocazione nostalgica, ma una realtà viva di riflessione, documentazione e divulgazione contro tutte le forme di dittatura, di ieri e di oggi.
Un progetto con un respiro europeo e internazionale.
Fuori da questo perimetro rigoroso non se ne parlerebbe neppure.
Massimo Mezzetti
Assessore Cultura, Politiche Giovanili
e Politiche per la Legalità Regione Emilia-Romagna
Le notizie pubblicate oggi su alcuni organi di stampa circa l’eventualità di creare un museo del fascismo a Predappio rischiano di apparire fuorvianti, e di determinare pericolosi ma infondati equivoci.
Sono almeno tre anni che, come Regione, stiamo ragionando intorno a un progetto storico-culturale che, partendo dal recupero dell’immobile dell’ex Casa del Fascio ne faccia un centro di studi internazionali sul fascismo e contro tutti i totalitarismi.
Un progetto che ancora non ha una copertura finanziaria dal momento che dovrà concorrere, come altri, ai bandi europei.
L’idea dunque è di partire laddove simbolicamente il fascismo è nato, per studiarne l’evoluzione fino ai nostri giorni, in cui drammaticamente si sta riproponendo in nuove forme sullo scenario europeo.
Così come vogliamo ragionare sul complesso di tutte le espressioni di totalitarismo che hanno segnato il secolo scorso.
Ci tengo a ripeterlo, perché sia chiaro e sgombrando ogni equivoco: nulla di statico o peggio ancora di rievocazione nostalgica, ma una realtà viva di riflessione, documentazione e divulgazione contro tutte le forme di dittatura, di ieri e di oggi.
Un progetto con un respiro europeo e internazionale.
Fuori da questo perimetro rigoroso non se ne parlerebbe neppure.
Massimo Mezzetti
Assessore Cultura, Politiche Giovanili
e Politiche per la Legalità Regione Emilia-Romagna