Le aziende nelle zone montane della regione continuano a licenziare e chiudere.
Nei mesi scorsi la Saeco e la Demm, in crisi, nell’Appennino bolognese, adesso la Ceramica Terre della Badia nel modenese, con quasi 100 lavoratori che rischiano di perdere, da un giorno all’altro, il loro posto di lavoro.
Come Gruppo Assembleare e come consiglieri che, per storia personale, conoscono molto bene il tessuto sociale montano, ci siamo battuti in questi mesi e ancora lavoreremo perché non si perdano i presidi fondamentali per il territorio: i posti di lavoro, i servizi, le attività commerciali.
Chiederemo alla Giunta di interessarsi alla vicenda e continueremo a insistere per un piano strategico per le politiche industriali dell’Appennino che non insegua l’emergenza, bensì in grado di attrarre investimenti, tutelando i livelli occupazionali nonché pensando alla riconversione dei siti produttivi.
Perché la perdita del lavoro è sempre grave, ma, per le comunità che intorno alle aziende vivono e rendono vivo un territorio difficile come quello montano, crea ferite profonde e spesso insanabili.
Nei mesi scorsi la Saeco e la Demm, in crisi, nell’Appennino bolognese, adesso la Ceramica Terre della Badia nel modenese, con quasi 100 lavoratori che rischiano di perdere, da un giorno all’altro, il loro posto di lavoro.
Come Gruppo Assembleare e come consiglieri che, per storia personale, conoscono molto bene il tessuto sociale montano, ci siamo battuti in questi mesi e ancora lavoreremo perché non si perdano i presidi fondamentali per il territorio: i posti di lavoro, i servizi, le attività commerciali.
Chiederemo alla Giunta di interessarsi alla vicenda e continueremo a insistere per un piano strategico per le politiche industriali dell’Appennino che non insegua l’emergenza, bensì in grado di attrarre investimenti, tutelando i livelli occupazionali nonché pensando alla riconversione dei siti produttivi.
Perché la perdita del lavoro è sempre grave, ma, per le comunità che intorno alle aziende vivono e rendono vivo un territorio difficile come quello montano, crea ferite profonde e spesso insanabili.