Il governo attivi un tavolo nazionale per tutelare la continuità occupazionale dei lavoratori del gruppo Unieuro. E’ inaccettabile che un gruppo, che a seguito della fusione ha un fatturato superiore a 1,3 miliardi e detiene circa il 10 per cento del mercato nazionale dei prodotti elettronici, tratti con tanta superficialità il destino di questi lavoratori.
Lo scrivono i deputati di SEL on. Giovanni Paglia e on. Fabio Lavagno nell’interrogazione parlamentare sull’annuncio da parte del gruppo Unieuro di circa 300 esuberi nelle sedi di Piacenza e Monticello d’Alba.
Il passaggio della proprietà del gruppo Unieuro porta con sé l'annuncio di oltre 200 esuberi negli uffici amministrativi e della logistica a Piacenza, e altri 70 dipendenti Unieuro della sede di Monticello d'Alba (CN).
La scelta di ridimensionare il personale deriva dalla fusione tra i gruppi Marco Polo Expert e Dixons Retail, proprietario di Unieuro, ed è giustificata con esigenze di razionalizzazione delle risorse.
Il gruppo acquirente ha dichiarato di non poter agire a favore del futuro dei lavoratori, sia per quanto concerne gli ammortizzatori sociali, sia per gli interventi di riqualificazione. A quanto pare, l’ottimismo, non è più il profumo della vita, soprattutto per questi lavoratori, il cui destino appare quanto mai incerto. Il tutto in un periodo di crisi drammatica. Il governo e il Ministro del Lavoro che dicono?
Lo scrivono i deputati di SEL on. Giovanni Paglia e on. Fabio Lavagno nell’interrogazione parlamentare sull’annuncio da parte del gruppo Unieuro di circa 300 esuberi nelle sedi di Piacenza e Monticello d’Alba.
Il passaggio della proprietà del gruppo Unieuro porta con sé l'annuncio di oltre 200 esuberi negli uffici amministrativi e della logistica a Piacenza, e altri 70 dipendenti Unieuro della sede di Monticello d'Alba (CN).
La scelta di ridimensionare il personale deriva dalla fusione tra i gruppi Marco Polo Expert e Dixons Retail, proprietario di Unieuro, ed è giustificata con esigenze di razionalizzazione delle risorse.
Il gruppo acquirente ha dichiarato di non poter agire a favore del futuro dei lavoratori, sia per quanto concerne gli ammortizzatori sociali, sia per gli interventi di riqualificazione. A quanto pare, l’ottimismo, non è più il profumo della vita, soprattutto per questi lavoratori, il cui destino appare quanto mai incerto. Il tutto in un periodo di crisi drammatica. Il governo e il Ministro del Lavoro che dicono?