Un serio atto di vigilanza democratica contro un pacchetto di riforme, quello figlio del patto Renzi-Berlusconi, che lede i caratteri fondativi della nostra Repubblica e delle sue istituzioni; un atto che sorge dalla società civile e che occorrerà rafforzare con una decisa opposizione in Parlamento.
Sono le parole di Giovanni Paglia, capogruppo in Commissione Finanze alla Camera dei deputati per Sinistra Ecologia Libertà, nell'annunciare la sua firma di adesione all'appello "Verso la svolta autoritaria" che vede tra i suoi promotori Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Nadia Urbinati, Salvatore Settis ed altri eminenti intellettuali del nostro Paese.
C'è sicuramente bisogno che in tempi di crisi come questi anche i politici facciano la loro parte in termini di tagli e sacrifici - prosegue Paglia - ma non è svuotando di senso il Senato o facendo finta di cancellare le Province che si darà un segnale in questo senso, perché ad essere sviliti sarebbero i caratteri profondi della nostra Costituzione.
Esiste un problema di credibilità - argomenta il deputato di SEL - ma questo si risolve innanzitutto mantenendo un massimo di coerenza fra proclami e comportamenti, rispettando la Costituzione e l'intelligenza di chi ti ascolta, soprattutto smettendola con le parole al vento.
Sotto questi aspetti siamo messi molto male - conclude Paglia - se si comincia raccontando che il futuro del Paese passa dall'abolizione del Senato, mentre si precarizza ancora il lavoro.
Sono le parole di Giovanni Paglia, capogruppo in Commissione Finanze alla Camera dei deputati per Sinistra Ecologia Libertà, nell'annunciare la sua firma di adesione all'appello "Verso la svolta autoritaria" che vede tra i suoi promotori Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Nadia Urbinati, Salvatore Settis ed altri eminenti intellettuali del nostro Paese.
C'è sicuramente bisogno che in tempi di crisi come questi anche i politici facciano la loro parte in termini di tagli e sacrifici - prosegue Paglia - ma non è svuotando di senso il Senato o facendo finta di cancellare le Province che si darà un segnale in questo senso, perché ad essere sviliti sarebbero i caratteri profondi della nostra Costituzione.
Esiste un problema di credibilità - argomenta il deputato di SEL - ma questo si risolve innanzitutto mantenendo un massimo di coerenza fra proclami e comportamenti, rispettando la Costituzione e l'intelligenza di chi ti ascolta, soprattutto smettendola con le parole al vento.
Sotto questi aspetti siamo messi molto male - conclude Paglia - se si comincia raccontando che il futuro del Paese passa dall'abolizione del Senato, mentre si precarizza ancora il lavoro.