Senza scadere nella demagogia della totale inutilità di società pubbliche e partecipate dallo Stato e dagli Enti Locali, fanno sicuramente impressione i numeri documentati da Il Sole 24 Ore in una recente inchiesta: sono 7800 le società di questo tipo in Italia, società che solamente di stipendi costano 15 miliardi di euro e che possono contare su ben 19.000 consiglieri di amministrazione.
La parte del leone riguardo ai manager più pagati delle società partecipate che operino a livello locale (le cosiddette utility) la gioca, senza dubbio, l'Emilia Romagna: con al primo posto l'ex presidente di Iren Roberto Bazzano (stipendio annuo di 495.000 euro), al secondo l'ad di Hera Maurizio Chiarini (489.000 euro) e al terzo l'ad di Iren Roberto Garbati (472.500 euro).
Un primato di cui non andare fieri - commenta Giovanni Paglia, deputato di SEL - e che certamente fa il paio con i super-compensi dei top manager di banche e assicurazioni, per i quali da anni si parla di un tetto massimo alle retribuzioni senza che la proposta diventi mai operativa, come giustamente rileva la campagna della FIBA-CISL "Se firmi li fermi" a sostegno di una legge d'iniziativa popolare che introduca tale obiettivo.
A fronte di questa realtà e di numerosi Consigli comunali che hanno approvato odg (ai quali sarebbe ora di dare seguito) che impegnano a ridurre sensibilmente i compensi dei manager, i soci pubblici delle utility della nostra regione - conclude Paglia - dovrebbero adoperarsi per una politica aziendale realmente al servizio dei territori nonché per una redistribuzione consistente tra compensi dei manager e salari dei lavoratori, agendo in special modo per un sostanziale abbassamento delle tariffe degli utenti.
La parte del leone riguardo ai manager più pagati delle società partecipate che operino a livello locale (le cosiddette utility) la gioca, senza dubbio, l'Emilia Romagna: con al primo posto l'ex presidente di Iren Roberto Bazzano (stipendio annuo di 495.000 euro), al secondo l'ad di Hera Maurizio Chiarini (489.000 euro) e al terzo l'ad di Iren Roberto Garbati (472.500 euro).
Un primato di cui non andare fieri - commenta Giovanni Paglia, deputato di SEL - e che certamente fa il paio con i super-compensi dei top manager di banche e assicurazioni, per i quali da anni si parla di un tetto massimo alle retribuzioni senza che la proposta diventi mai operativa, come giustamente rileva la campagna della FIBA-CISL "Se firmi li fermi" a sostegno di una legge d'iniziativa popolare che introduca tale obiettivo.
A fronte di questa realtà e di numerosi Consigli comunali che hanno approvato odg (ai quali sarebbe ora di dare seguito) che impegnano a ridurre sensibilmente i compensi dei manager, i soci pubblici delle utility della nostra regione - conclude Paglia - dovrebbero adoperarsi per una politica aziendale realmente al servizio dei territori nonché per una redistribuzione consistente tra compensi dei manager e salari dei lavoratori, agendo in special modo per un sostanziale abbassamento delle tariffe degli utenti.