Lascia letteralmente senza parole la notizia che il Comune di Rimini si appresti a portare in Tribunale l'esperienza di Casa Gallo per chiedere presunti danni economici.
Guardiamo i fatti: da più di un anno grazie all'impegno quotidiano di volontari a Rimini è attivo un servizio di accoglienza a bassa soglia per persone private bisognose di un tetto.
È un'esperienza che andrebbe studiata e replicata, perché ha saputo gestire situazioni problematiche, garantito integrazione, avviato percorsi reali di inclusione e recupero di autonomia personale.
Il Comune ha partecipato per alcuni mesi mettendo a disposizione un capannone dismesso, poi riadattato dagli stessi ospiti e volontari, salvo poi chiederne la restituzione, generando uno stato di occupazione di fatto.
Non ha corrisposto i 15.000 euro previsti dal bando che aveva attivato l'esperienza. Non ha esplicitato alcun piano alternativo e non ha mai chiarito quale sia il suo giudizio sulla realtà di Casa Gallo.
Dobbiamo quindi pensare che il piano dell'Amministrazione sia rendere nuovamente inutilizzato un'immobile pubblico e restituire alla strada 40 persone, interrompendo percorsi di inclusione attivati.
A chi giova tutto questo?
Noi francamente non riusciamo a comprenderlo, per quanto ci sforziamo.
Ci sembra risponda ad una concezione proprietaria e tribale della gestione della cosa pubblica, per cui tutto ciò che non è allineato sul piano politico deve essere marginalizzato, indipendentemente dal giudizio di merito sulla sua attività.
Siamo ancora in tempo per evitare errori gravi.
Il nostro invito è a riaprire un dialogo pubblico sull'esperienza di Casa Gallo, che parta dal riconoscimento delle pratiche messe in atto, e alla necessità di provvedere alla regolarizzazione del pregresso e al rinnovo della convenzione, trasformandola in progetto sperimentale di accoglienza e inclusione per persone prive della possibilità di accesso al mercato della casa.
On. Giovanni Paglia - Sinistra Italiana
Fortunato Stramandinoli - Sinistra Italiana Rimini
Guardiamo i fatti: da più di un anno grazie all'impegno quotidiano di volontari a Rimini è attivo un servizio di accoglienza a bassa soglia per persone private bisognose di un tetto.
È un'esperienza che andrebbe studiata e replicata, perché ha saputo gestire situazioni problematiche, garantito integrazione, avviato percorsi reali di inclusione e recupero di autonomia personale.
Il Comune ha partecipato per alcuni mesi mettendo a disposizione un capannone dismesso, poi riadattato dagli stessi ospiti e volontari, salvo poi chiederne la restituzione, generando uno stato di occupazione di fatto.
Non ha corrisposto i 15.000 euro previsti dal bando che aveva attivato l'esperienza. Non ha esplicitato alcun piano alternativo e non ha mai chiarito quale sia il suo giudizio sulla realtà di Casa Gallo.
Dobbiamo quindi pensare che il piano dell'Amministrazione sia rendere nuovamente inutilizzato un'immobile pubblico e restituire alla strada 40 persone, interrompendo percorsi di inclusione attivati.
A chi giova tutto questo?
Noi francamente non riusciamo a comprenderlo, per quanto ci sforziamo.
Ci sembra risponda ad una concezione proprietaria e tribale della gestione della cosa pubblica, per cui tutto ciò che non è allineato sul piano politico deve essere marginalizzato, indipendentemente dal giudizio di merito sulla sua attività.
Siamo ancora in tempo per evitare errori gravi.
Il nostro invito è a riaprire un dialogo pubblico sull'esperienza di Casa Gallo, che parta dal riconoscimento delle pratiche messe in atto, e alla necessità di provvedere alla regolarizzazione del pregresso e al rinnovo della convenzione, trasformandola in progetto sperimentale di accoglienza e inclusione per persone prive della possibilità di accesso al mercato della casa.
On. Giovanni Paglia - Sinistra Italiana
Fortunato Stramandinoli - Sinistra Italiana Rimini