Non è la prima volta che mi occupo della situazione della Castelfrigo di Castelnuovo Rangone (Mo), tra attività parlamentare e presenza a fianco dei lavoratori in lotta.
L'1 agosto è accaduto un fatto grave, l'ennesimo, un fatto che non si può tacere: il licenziamento di due delegati sindacali (Cgil) da parte della cooperativa Work Service, per presunte minacce ricevute dai responsabili dell'organizzazione del lavoro.
Negli scorsi mesi, a seguito di una dura vertenza e della sottolineatura di pesanti irregolarità anche da parte della Direzione Territoriale del Lavoro, era stato raggiunto un accordo presso la Prefettura di Modena; un accordo che se da un lato prevedeva l'applicazione a tutti i lavoratori del contratto nazionale dell'industria alimentare e l'introduzione della clausola sociale in caso di cambiamento della ditta appaltatrice, dall'altro non riconosceva il ruolo del sindacato all'interno dell'azienda nonostante l'impegno alla definizione di un nuovo quadro di relazioni industriali.
Un pesante ostracismo verso la Cgil, puntellato da diversi episodi nel corso degli ultimi mesi, che è culminato con il licenziamento dei due delegati.
Non dimentichiamoci che stiamo parlando di un'azienda che ha chiuso il 2014 con un fatturato di 77 milioni di euro, che rifiuta qualsiasi canale diretto di confronto con la Cgil, che è costantemente presidiata da vigilantes privati.
Auspico anzitutto che i soggetti del territorio che a vario titolo sono coinvolti, amministrazioni e istituzioni ma anche organizzazioni economiche e associazioni di categoria e datoriali, mettano in atto tutti gli strumenti per determinare una ripresa delle normali relazioni sindacali e ristabilire le regole minime di democrazia e legalità.
E' per tali motivi, oltre al già proficuo ruolo svolto in passato della Prefettura e degli enti locali, che Sinistra Italiana chiede al ministero del Lavoro di riprendere a monitorare la situazione e di intervenire a tutela dei diritti sindacali costituzionalmente garantiti: questi licenziamenti devono rientrare.
On. Giovanni Paglia
Sinistra Italiana
L'1 agosto è accaduto un fatto grave, l'ennesimo, un fatto che non si può tacere: il licenziamento di due delegati sindacali (Cgil) da parte della cooperativa Work Service, per presunte minacce ricevute dai responsabili dell'organizzazione del lavoro.
Negli scorsi mesi, a seguito di una dura vertenza e della sottolineatura di pesanti irregolarità anche da parte della Direzione Territoriale del Lavoro, era stato raggiunto un accordo presso la Prefettura di Modena; un accordo che se da un lato prevedeva l'applicazione a tutti i lavoratori del contratto nazionale dell'industria alimentare e l'introduzione della clausola sociale in caso di cambiamento della ditta appaltatrice, dall'altro non riconosceva il ruolo del sindacato all'interno dell'azienda nonostante l'impegno alla definizione di un nuovo quadro di relazioni industriali.
Un pesante ostracismo verso la Cgil, puntellato da diversi episodi nel corso degli ultimi mesi, che è culminato con il licenziamento dei due delegati.
Non dimentichiamoci che stiamo parlando di un'azienda che ha chiuso il 2014 con un fatturato di 77 milioni di euro, che rifiuta qualsiasi canale diretto di confronto con la Cgil, che è costantemente presidiata da vigilantes privati.
Auspico anzitutto che i soggetti del territorio che a vario titolo sono coinvolti, amministrazioni e istituzioni ma anche organizzazioni economiche e associazioni di categoria e datoriali, mettano in atto tutti gli strumenti per determinare una ripresa delle normali relazioni sindacali e ristabilire le regole minime di democrazia e legalità.
E' per tali motivi, oltre al già proficuo ruolo svolto in passato della Prefettura e degli enti locali, che Sinistra Italiana chiede al ministero del Lavoro di riprendere a monitorare la situazione e di intervenire a tutela dei diritti sindacali costituzionalmente garantiti: questi licenziamenti devono rientrare.
On. Giovanni Paglia
Sinistra Italiana