Ho saputo che stamattina 300 ragazzi hanno simbolicamente occupato il cortile dell'Istituto Tecnico Industriale di Ravenna.
Ho saputo che a controllare questa pericolosa manifestazione di democrazia c'erano 7 volanti della polizia di Stato.
Ho saputo anche che sabato in quella scuola un'autogestione è stata interrotta dall'intervento dei carabinieri, chiamati dal dirigente scolastico.
So anche che quelle ragazze e quei ragazzi, come i loro coetanei in tutta Italia, si stanno battendo per il futuro del loro Paese, perché vivono ogni giorno sulla propria pelle la materialità di una scuola distrutta scientificamente dagli ultimi governi, che apre la strada a precariato e disoccupazione.
Dovrebbero arrendersi passivamente a questo destino?
E cosa vorrebbero insegnarli, quei docenti che ritengono più importante un'ora di lezione di un'ora di sperimentazione di democrazia, e quei dirigenti scolastici che nulla fanno per difendere i loro istituti dai tagli di fondi, ma che poi parlano di sacralità dell'istituzione scolastica?
Vorrebbero forse insegnare che l'unica opposizione che si possa opporre alla notte che ci avvolge sia attendere in silenzio che passi?
Io non posso essere d'accordo, e credo che quelle ragazze e ragazzi che in questi giorni hanno occupato con gentilezza, sempre attenti a minimizzare il disagio, ma anche determinati a porre il tema della loro vita, siano una buona notizia per questo Paese.
Andrebbero ascoltati, e soprattutto si dovrebbe provare a dare loro una risposta.
Diversa da sgomberi e intimidazioni.
On. Giovanni Paglia
Ho saputo che a controllare questa pericolosa manifestazione di democrazia c'erano 7 volanti della polizia di Stato.
Ho saputo anche che sabato in quella scuola un'autogestione è stata interrotta dall'intervento dei carabinieri, chiamati dal dirigente scolastico.
So anche che quelle ragazze e quei ragazzi, come i loro coetanei in tutta Italia, si stanno battendo per il futuro del loro Paese, perché vivono ogni giorno sulla propria pelle la materialità di una scuola distrutta scientificamente dagli ultimi governi, che apre la strada a precariato e disoccupazione.
Dovrebbero arrendersi passivamente a questo destino?
E cosa vorrebbero insegnarli, quei docenti che ritengono più importante un'ora di lezione di un'ora di sperimentazione di democrazia, e quei dirigenti scolastici che nulla fanno per difendere i loro istituti dai tagli di fondi, ma che poi parlano di sacralità dell'istituzione scolastica?
Vorrebbero forse insegnare che l'unica opposizione che si possa opporre alla notte che ci avvolge sia attendere in silenzio che passi?
Io non posso essere d'accordo, e credo che quelle ragazze e ragazzi che in questi giorni hanno occupato con gentilezza, sempre attenti a minimizzare il disagio, ma anche determinati a porre il tema della loro vita, siano una buona notizia per questo Paese.
Andrebbero ascoltati, e soprattutto si dovrebbe provare a dare loro una risposta.
Diversa da sgomberi e intimidazioni.
On. Giovanni Paglia
