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Lettera aperta su caso Monte dei Paschi

9/10/2016

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L'articolo di Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera del 3 ottobre avrebbe portato il Parlamento di qualsiasi paese occidentale a chiedere un immediato chiarimento al Presidente del Consiglio e al ministro dell'economia. La replica del ministro Padoan non ha infatti risposto a nessuna delle questioni sollevate da De Bortoli.
In assenza di serie smentite, non può essere ritenuto normale che il capo del governo si incontri privatamente con il Presidente di una banca d'affari estera per farsi dettare il comportamento da tenere nei confronti di uno dei principali istituti di credito nazionali. Né si può accettare che il ministro dell'Economia alzi la cornetta per dettare le dimissioni di un amministratore delegato di una società quotata, anche se partecipata dal Tesoro, e imporre di fatto un sostituto gradito ad un soggetto terzo.
Cosa ne pensano, ad esempio, gli istituti di vigilanza, Consob e Bankitalia?
Il piano di JP Morgan su Montepaschi è sempre stato contraddistinto da opacità estrema. Lo denunciammo già in agosto, quando Padoan venne alla Camera a raccontare favole a deputati di maggioranza desiderosi di ascoltarle.
Non sono chiari gli impegni, i costi, l'esito. La sola certezza ad oggi sono il conflitto di interessi del prof. Grilli e le commissioni che incasserà JP Morgan, nell'ordine delle centinaia di milioni, con cui il Governo ha comprato tempo, per non essere costretto a scelte difficili in piena campagna referendaria. Un atteggiamento irresponsabile, perché come dimostra il caso delle quattro banche il tempo aggrava i problemi, rendendo più costoso e problematico risolverli.
Lucrezia Reichlin si stupiva dell'assenza di un grande dibattito pubblico sulle banche, in un momento di straordinaria evoluzione che rischia di compromettere la stabilità finanziaria del paese e il suo ruolo nell'economia globale. Aveva perfettamente ragione.
I casi Montepaschi e Deutsche Bank dimostrano quanto siano "stupide" le regole europee che impediscono interventi pubblici a sostegno della fiducia dei risparmiatori e della continuità degli istituti. Avremmo bisogno di discuterne, di restituire alla politica il suo ruolo di regolatore e di garante dell'interesse generale. Assistiamo invece ad un susseguirsi di indiscrezioni e a decisioni improvvisate prese a tavola, fuori da qualsiasi regola e responsabilità istituzionale.
Siamo solo noi a pensarla così o è possibile sperare che il Parlamento abbia un sussulto di dignità e chieda al premier di essere presto in Aula per chiarire?
Questa è la domanda che facciamo ormai da giorni, ricevendo il silenzio come esauriente risposta, la stessa che ha ricevuto una nostra interrogazione sull'argomento al ministro Padoan del 14 settembre.

Giovanni Paglia, Stefano Fassina, Nicola Fratoianni
Arturo Scotto, Giulio Marcon
deputati di Sinistra Italiana

Qui articolo su Huffington Post
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    GIOVANNI PAGLIA
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