Tra le pieghe del “decreto del fare” compare, tra i provvedimenti, quello sull’impignorabilità della prima casa da parte delle agenzie di riscossione (in sostanza, Equitalia); un principio giusto ma che, calato nel concreto, non riguarda chi ha invece debiti con le banche. E’ bene specificare che non si tratta di una cosa di poco conto, giacché, per stare all’anno 2012, sono state 1500 le prime case pignorate da Equitalia e ben 45.000 quelle pignorate dal sistema bancario.
Per contrastare questa situazione, ho presentato un ordine del giorno che è stato accolto dal Governo.
Si tratta, infatti, di una discriminazione pura e semplice che peraltro è a vantaggio di chi si sia reso colpevole di una condotta fiscale irregolare, e non di chi invece abbia delle difficoltà dovute alla perdita del lavoro, o al calo improvviso del proprio reddito, magari perché in cassa integrazione.
Un Governo che si ponga il problema di tutelare situazioni di oggettiva difficoltà da un trauma vero e proprio come la perdita della casa, non può limitarsi a proteggere una assoluta minoranza, lasciando esposta la grandissima maggioranza.
L’altro enorme problema sempre eluso è quello degli sfratti per morosità, cresciuti a ritmo vertiginoso e oggi al limite dell’emergenza sociale, problema che se non affrontato rende di fatto ipocrita qualsiasi ragionamento sul diritto all’abitare.
E’ per questi motivi che l’ordine del giorno da me presentato impegna il Governo a fare due cose concrete: agire rapidamente sul lato degli sfratti, con una sospensione delle procedure, e studiare come rendere le prime case (non di lusso) se non inespropriabili dal sistema bancario, almeno concesse in utilizzo per un tempo congruo alla famiglia occupante a pignoramento avvenuto. Una soluzione del genere non sanerebbe l’ingiustizia della norma, ma almeno introdurrebbe un elemento minimo di equità.
On. Giovanni Paglia
Per contrastare questa situazione, ho presentato un ordine del giorno che è stato accolto dal Governo.
Si tratta, infatti, di una discriminazione pura e semplice che peraltro è a vantaggio di chi si sia reso colpevole di una condotta fiscale irregolare, e non di chi invece abbia delle difficoltà dovute alla perdita del lavoro, o al calo improvviso del proprio reddito, magari perché in cassa integrazione.
Un Governo che si ponga il problema di tutelare situazioni di oggettiva difficoltà da un trauma vero e proprio come la perdita della casa, non può limitarsi a proteggere una assoluta minoranza, lasciando esposta la grandissima maggioranza.
L’altro enorme problema sempre eluso è quello degli sfratti per morosità, cresciuti a ritmo vertiginoso e oggi al limite dell’emergenza sociale, problema che se non affrontato rende di fatto ipocrita qualsiasi ragionamento sul diritto all’abitare.
E’ per questi motivi che l’ordine del giorno da me presentato impegna il Governo a fare due cose concrete: agire rapidamente sul lato degli sfratti, con una sospensione delle procedure, e studiare come rendere le prime case (non di lusso) se non inespropriabili dal sistema bancario, almeno concesse in utilizzo per un tempo congruo alla famiglia occupante a pignoramento avvenuto. Una soluzione del genere non sanerebbe l’ingiustizia della norma, ma almeno introdurrebbe un elemento minimo di equità.
On. Giovanni Paglia