Di ritorno dal Kurdistan mi resta il ricordo di una terra grande, sospesa fra l'azzurro del cielo e il giallo del grano.
Ma soprattutto di donne e uomini straordinari, che lottano senza sosta a cavallo di confini a loro imposti per affermare il proprio diritto all'autodeterminazione e alla democrazia.
Ho visto i muri crivellati dai colpi della polizia turca in questi giorni di durissima repressione a Dyarbakir, ascoltato i racconti dei compagni che a Cizre hanno trovato una città distrutta.
Ho incontrato chi a Kobane ha resistito, dato che a Kobane non siamo potuti arrivare con il nostro carico di aiuti perché il Governo turco non vuole che ai suoi confini possa vivere un'esperienza di autogoverno democratico.
Siamo stati nei campi profughi, pieni di dignità e della voglia di tornare nella propria patria a ricostruire il futuro, nonostante l'ISIS e i turchi.
Ho parlato con esponenti del BDP e dell'HDP, che ti fanno capire cosa sia un partito di massa ma anche come sia facile unirsi fra diversi se lo scopo è comune.
Ci hanno raccontato dei loro 500 dirigenti arrestati in queste settimane, delle sedi date alle fiamme dai fascisti turchi, del timore che sia tolta loro anche la possibilità di partecipare alle elezioni.
Ho ascoltato la voce delle donne, in prima linea in ogni lotta e insieme impegnate ad affermare la propria liberazione, a costo di affrontare anni e anni di carcere, se non di perdere la vita.
È un onore che gente così ti chiami compagno.
Vediamo di meritarcelo ogni giorno.
Giovanni Paglia
Ma soprattutto di donne e uomini straordinari, che lottano senza sosta a cavallo di confini a loro imposti per affermare il proprio diritto all'autodeterminazione e alla democrazia.
Ho visto i muri crivellati dai colpi della polizia turca in questi giorni di durissima repressione a Dyarbakir, ascoltato i racconti dei compagni che a Cizre hanno trovato una città distrutta.
Ho incontrato chi a Kobane ha resistito, dato che a Kobane non siamo potuti arrivare con il nostro carico di aiuti perché il Governo turco non vuole che ai suoi confini possa vivere un'esperienza di autogoverno democratico.
Siamo stati nei campi profughi, pieni di dignità e della voglia di tornare nella propria patria a ricostruire il futuro, nonostante l'ISIS e i turchi.
Ho parlato con esponenti del BDP e dell'HDP, che ti fanno capire cosa sia un partito di massa ma anche come sia facile unirsi fra diversi se lo scopo è comune.
Ci hanno raccontato dei loro 500 dirigenti arrestati in queste settimane, delle sedi date alle fiamme dai fascisti turchi, del timore che sia tolta loro anche la possibilità di partecipare alle elezioni.
Ho ascoltato la voce delle donne, in prima linea in ogni lotta e insieme impegnate ad affermare la propria liberazione, a costo di affrontare anni e anni di carcere, se non di perdere la vita.
È un onore che gente così ti chiami compagno.
Vediamo di meritarcelo ogni giorno.
Giovanni Paglia
