La crisi economica che investe il settore industriale italiano continua a minacciare pesantemente le condizioni materiali delle persone, in questo caso di 611 lavoratori per i quali il 30 aprile scorso è scaduta la cassa integrazione a zero ore e che dal 2 maggio sono quindi privi di ammortizzatori sociali; si tratta di lavoratori della Berco s.p.a. di Copparo (FE), del gruppo Thyssen-Krupp e da questo messa in vendita.
Su tali vicende urgono approfondimenti e risposte certe da parte del Governo come richiesto da un'interrogazione appena presentata dal deputato di SEL Giovanni Paglia all'attenzione dei Ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro e Politiche sociali; interrogazione che verte su come il Governo intenda muoversi “a garanzia dei livelli occupazionali e della continuità di reddito dei lavoratori minacciati dalla scadenza della CIG” e su quali misure si intendano adottare “a tutela della continuità produttiva dell'azienda nonché nell'assumere “un ruolo attivo e forte” del Governo con l'obiettivo di indirizzare positivamente la cessione dell'azienda “a tutela dell'interesse nazionale”.
Berco - che con i suoi oltre 3000 lavoratori occupati sul territorio nazionale, un fatturato nel 2011 di 530 milioni di euro, esportazioni in 84 Paesi del 90% della produzione, può ben dirsi un campione dell'economia manifatturiera italiana - seppure tramite il suo Cda abbia recentemente assicurato di volere “avviare un programma di ristrutturazione per rendere la società profittevole e con nuove prospettive di sviluppo”, in realtà dal 2010 sta assottigliando costantemente la propria forza lavoro attraverso i meccanismi degli incentivi all'uscita e dei prepensionamenti.
Ora, riguardo agli oltre 600 lavoratori con la prospettiva della mobilità, per altro annunciata unilateralmente dalla proprietà senza alcun coinvolgimento di sindacati e istituzioni, il sospetto è che questi rappresentino il prezzo da pagare per intavolare una trattativa di cessione con investitori stranieri interessati all'azienda solamente in presenza di tagli del genere; tale sospetto è rafforzato, inoltre, dalla mancata presentazione di un piano industriale da parte di Berco.
Prezzo che sarebbe inaccettabile per i lavoratori e per il territorio e per scongiurare il quale chiediamo che siano intraprese adeguate azioni di politica industriale.
On. Giovanni Paglia
Su tali vicende urgono approfondimenti e risposte certe da parte del Governo come richiesto da un'interrogazione appena presentata dal deputato di SEL Giovanni Paglia all'attenzione dei Ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro e Politiche sociali; interrogazione che verte su come il Governo intenda muoversi “a garanzia dei livelli occupazionali e della continuità di reddito dei lavoratori minacciati dalla scadenza della CIG” e su quali misure si intendano adottare “a tutela della continuità produttiva dell'azienda nonché nell'assumere “un ruolo attivo e forte” del Governo con l'obiettivo di indirizzare positivamente la cessione dell'azienda “a tutela dell'interesse nazionale”.
Berco - che con i suoi oltre 3000 lavoratori occupati sul territorio nazionale, un fatturato nel 2011 di 530 milioni di euro, esportazioni in 84 Paesi del 90% della produzione, può ben dirsi un campione dell'economia manifatturiera italiana - seppure tramite il suo Cda abbia recentemente assicurato di volere “avviare un programma di ristrutturazione per rendere la società profittevole e con nuove prospettive di sviluppo”, in realtà dal 2010 sta assottigliando costantemente la propria forza lavoro attraverso i meccanismi degli incentivi all'uscita e dei prepensionamenti.
Ora, riguardo agli oltre 600 lavoratori con la prospettiva della mobilità, per altro annunciata unilateralmente dalla proprietà senza alcun coinvolgimento di sindacati e istituzioni, il sospetto è che questi rappresentino il prezzo da pagare per intavolare una trattativa di cessione con investitori stranieri interessati all'azienda solamente in presenza di tagli del genere; tale sospetto è rafforzato, inoltre, dalla mancata presentazione di un piano industriale da parte di Berco.
Prezzo che sarebbe inaccettabile per i lavoratori e per il territorio e per scongiurare il quale chiediamo che siano intraprese adeguate azioni di politica industriale.
On. Giovanni Paglia