Apprendiamo da notizie di stampa che nella scuola secondaria di primo grado Besta di Bologna - interna all'Istituto Comprensivo 10 in zona San Donato - si è proceduto alla sperimentazione di una cosiddetta "classe liquida", dove tutti i 22 studenti sono di origine straniera, di età variabile tra i 10 e i 15 anni e giunti in Italia attraverso ricongiungimenti familiari.
In altri termini, una classe per soli stranieri che lede il carattere inclusivo e democratico della scuola pubblica.
Lo denuncia Giovanni Paglia, deputato di SEL, che a tale proposito ha presentato un'interrogazione al MIUR per sapere se si fosse a conoscenza di questo episodio e di eventuali altri casi analoghi e come il Ministero intenda agire - nell'ambito delle sue competenze amministrative, organizzative e di controllo - per cancellare immediatamente quello che appare essere un pericoloso precedente, oltre che una violazione di norme e regolamenti.
Una scelta questa ideata e messa in atto da un dirigente dell'Istituto Comprensivo 10 dopo avere ottenuto il via libera dell'Ufficio Scolastico Provinciale e dal Collegio dei Docenti ma senza informare il Consiglio d'Istituto fino al 29 ottobre - argomenta Paglia - e a supporto della quale si utilizzano gli argomenti della poca o nessuna padronanza della lingua italiana da parte dei ragazzi, del respingimento di altre scuole della città per mancanza di posti, del fatto che le classi fossero già formate quando sono giunte le richieste di iscrizione delle famiglie e, non ultimo, dell'incertezza sulla disponibilità dei finanziamenti ministeriali dedicati all’integrazione, fondi che consentono di avere personale di appoggio per l’insegnamento dell’italiano; tema quest'ultimo che semmai testimonia la continua erosione di risorse da parte dei governi centrali - precisa Paglia - tale ormai da mettere a rischio la stessa funzione di laboratorio per l'inclusione che la scuola dovrebbe sempre rappresentare.
Qualunque sia la causa - prosegue il deputato di SEL - non v'è dubbio che l'istituzione di una classe separata cui fare confluire ragazzi provenienti da diversi Paesi e residenti in diverse aree della città, sia in contrasto con qualsiasi principio positivo di integrazione; l'iniziativa autonoma di un dirigente non può ferire in questo modo il carattere necessariamente aperto della scuola pubblica, la sua missione primaria di formazione della cittadinanza democratica, basata sul principio di educazione al pluralismo e all'accoglienza.
E' per tali motivi - conclude Paglia - che ci aspettiamo chiarimenti in merito e una revoca della decisione.
In altri termini, una classe per soli stranieri che lede il carattere inclusivo e democratico della scuola pubblica.
Lo denuncia Giovanni Paglia, deputato di SEL, che a tale proposito ha presentato un'interrogazione al MIUR per sapere se si fosse a conoscenza di questo episodio e di eventuali altri casi analoghi e come il Ministero intenda agire - nell'ambito delle sue competenze amministrative, organizzative e di controllo - per cancellare immediatamente quello che appare essere un pericoloso precedente, oltre che una violazione di norme e regolamenti.
Una scelta questa ideata e messa in atto da un dirigente dell'Istituto Comprensivo 10 dopo avere ottenuto il via libera dell'Ufficio Scolastico Provinciale e dal Collegio dei Docenti ma senza informare il Consiglio d'Istituto fino al 29 ottobre - argomenta Paglia - e a supporto della quale si utilizzano gli argomenti della poca o nessuna padronanza della lingua italiana da parte dei ragazzi, del respingimento di altre scuole della città per mancanza di posti, del fatto che le classi fossero già formate quando sono giunte le richieste di iscrizione delle famiglie e, non ultimo, dell'incertezza sulla disponibilità dei finanziamenti ministeriali dedicati all’integrazione, fondi che consentono di avere personale di appoggio per l’insegnamento dell’italiano; tema quest'ultimo che semmai testimonia la continua erosione di risorse da parte dei governi centrali - precisa Paglia - tale ormai da mettere a rischio la stessa funzione di laboratorio per l'inclusione che la scuola dovrebbe sempre rappresentare.
Qualunque sia la causa - prosegue il deputato di SEL - non v'è dubbio che l'istituzione di una classe separata cui fare confluire ragazzi provenienti da diversi Paesi e residenti in diverse aree della città, sia in contrasto con qualsiasi principio positivo di integrazione; l'iniziativa autonoma di un dirigente non può ferire in questo modo il carattere necessariamente aperto della scuola pubblica, la sua missione primaria di formazione della cittadinanza democratica, basata sul principio di educazione al pluralismo e all'accoglienza.
E' per tali motivi - conclude Paglia - che ci aspettiamo chiarimenti in merito e una revoca della decisione.