Martedì 21 gennaio arriva alla Camera il decreto legge eterogeneo, denominato “Imu-Bankitalia”, che ha avuto una genesi molto controversa e che prevede sostanzialmente la privatizzazione della Banca d’Italia, un asset pubblico, a costo zero per le banche beneficiarie.
«Mentre ai cittadini italiani si chiede di pagare la mini-IMU, nel decreto IMU-Bankitalia si regalano miliardi alle grandi banche italiane, prime fra tutte Unicredit e Intesa-San Paolo, il tutto senza dare alla Camera nemmeno il tempo di discutere. Per evitare questo abbiamo chiesto per primi la soppressione della parte del provvedimento relativa alla Banca d’Italia».
Lo afferma il capogruppo di Sel in commissione Finanze on. Giovanni Paglia.
«Siamo pronti a discutere modifiche condivise su punti qualificanti come l’allargamento della platea dei possibili acquirenti delle quote eccedenti il 3%; l’eliminazione dei 36 mesi di salvaguardia, durante i quali é oggi possibile continuare a godere di dividendi e diritto di voto anche per la quota eccedente; l’eliminazione di qualsiasi automatismo nel riacquisto delle quote eccedenti da parte della stessa Bankitalia, e comunque l’intervento del Tesoro nella scelta; la riduzione del livello massimo dei dividendi dal 6 al 4%.
Sel, conclude l’on. Paglia, lancia un appello alla maggioranza e al Governo: no a forzature, c’è tutto il tempo per intervenire e migliorare il testo. In caso contrario abbiamo già preparato 500 emendamenti e in Aula la nostra opposizione sarà durissima».
Leggi: L’operazione sottobanco del DL Imu-Bankitalia
«Mentre ai cittadini italiani si chiede di pagare la mini-IMU, nel decreto IMU-Bankitalia si regalano miliardi alle grandi banche italiane, prime fra tutte Unicredit e Intesa-San Paolo, il tutto senza dare alla Camera nemmeno il tempo di discutere. Per evitare questo abbiamo chiesto per primi la soppressione della parte del provvedimento relativa alla Banca d’Italia».
Lo afferma il capogruppo di Sel in commissione Finanze on. Giovanni Paglia.
«Siamo pronti a discutere modifiche condivise su punti qualificanti come l’allargamento della platea dei possibili acquirenti delle quote eccedenti il 3%; l’eliminazione dei 36 mesi di salvaguardia, durante i quali é oggi possibile continuare a godere di dividendi e diritto di voto anche per la quota eccedente; l’eliminazione di qualsiasi automatismo nel riacquisto delle quote eccedenti da parte della stessa Bankitalia, e comunque l’intervento del Tesoro nella scelta; la riduzione del livello massimo dei dividendi dal 6 al 4%.
Sel, conclude l’on. Paglia, lancia un appello alla maggioranza e al Governo: no a forzature, c’è tutto il tempo per intervenire e migliorare il testo. In caso contrario abbiamo già preparato 500 emendamenti e in Aula la nostra opposizione sarà durissima».
Leggi: L’operazione sottobanco del DL Imu-Bankitalia