Sono d'accordo con le note che nei giorni scorsi sindacati e Alleanza delle Cooperative hanno diffuso per attaccare la scelta del Comune di Bologna di affidare i servizi in materia di integrazione scolastica e disabilità per il triennio 2014-2017 attraverso un appalto che, nonostante le premesse, si configura come al massimo ribasso e che, in sostanza, scaricherà tutti i minori costi sostenuti dal Comune su lavoratrici, lavoratori e qualità del servizio.
Sono talmente d'accordo da credere che sia da anni che questo avvenga, ovvero da quando si è scelta la via dell'esternalizzazione di pezzi sempre maggiori di servizi pubblici.
Lo afferma Giovanni Paglia, deputato emiliano-romagnolo di SEL.
Bisognerebbe allora uscire dall'ipocrisia e trovare la forza di affermare che ogni volta che un Comune sostituisce un proprio dipendente con quello di una coop - prosegue Paglia - l'unica motivazione è quella di mantenere intatta l'offerta quantitativa ai cittadini, facendo pagare il prezzo delle restrizioni di bilancio a chi lavora.
È questa la storia reale che si nasconde dietro anni di tagli ai bilanci degli enti locali (compresi quelli degli ultimi mesi) - incalza il deputato di SEL - che si sono potuti sostenere senza toccare i servizi solo perché a essere toccati nei propri diritti elementari e salari sono coloro che quei servizi offrono.
Siamo arrivati a fine corsa - si chiede Paglia - perché alle cifre oggi offerte nemmeno le coop più strutturate sono in grado di rispondere positivamente?
Può essere che sia così ma il tema allora non può limitarsi all'introduzione nei capitolati di clausole di blocco della situazione data - ragiona Paglia - quanto piuttosto dovrebbe essere lo smantellamento delle assurde norme che limitano di fatto o di diritto le assunzioni pubbliche anche in settori come quello scolastico-educativo e a una nuova pratica di internalizzazione di lavoratrici e lavoratori, da agire in parallelo a un ripensamento partecipato delle modalità di fruibilità dei servizi.
Questo ovviamente - conclude Paglia - se ciò che ci preoccupa è la qualità reale del servizio.
Sono talmente d'accordo da credere che sia da anni che questo avvenga, ovvero da quando si è scelta la via dell'esternalizzazione di pezzi sempre maggiori di servizi pubblici.
Lo afferma Giovanni Paglia, deputato emiliano-romagnolo di SEL.
Bisognerebbe allora uscire dall'ipocrisia e trovare la forza di affermare che ogni volta che un Comune sostituisce un proprio dipendente con quello di una coop - prosegue Paglia - l'unica motivazione è quella di mantenere intatta l'offerta quantitativa ai cittadini, facendo pagare il prezzo delle restrizioni di bilancio a chi lavora.
È questa la storia reale che si nasconde dietro anni di tagli ai bilanci degli enti locali (compresi quelli degli ultimi mesi) - incalza il deputato di SEL - che si sono potuti sostenere senza toccare i servizi solo perché a essere toccati nei propri diritti elementari e salari sono coloro che quei servizi offrono.
Siamo arrivati a fine corsa - si chiede Paglia - perché alle cifre oggi offerte nemmeno le coop più strutturate sono in grado di rispondere positivamente?
Può essere che sia così ma il tema allora non può limitarsi all'introduzione nei capitolati di clausole di blocco della situazione data - ragiona Paglia - quanto piuttosto dovrebbe essere lo smantellamento delle assurde norme che limitano di fatto o di diritto le assunzioni pubbliche anche in settori come quello scolastico-educativo e a una nuova pratica di internalizzazione di lavoratrici e lavoratori, da agire in parallelo a un ripensamento partecipato delle modalità di fruibilità dei servizi.
Questo ovviamente - conclude Paglia - se ciò che ci preoccupa è la qualità reale del servizio.