Aspettavamo dal sistema bancario un intervento coraggioso di riapertura dei canali di finanziamento a favore di famiglie e imprese, considerato che tutti i dati ci dicono quanto il credit crunch incida nell'incapacitá del paese di uscire dalla crisi; abbiamo invece avuto la disdetta unilaterale del contratto nazionale di lavoro dei bancari a 10 mesi dalla scadenza naturale, con la consueta motivazione della necessità di ridurre diritti e salari dei dipendenti per far fronte alla perdita di redditività delle banche.
Lo sottolinea Giovanni Paglia, deputato SEL e membro della Commissione Finanze alla Camera.
Questo in un quadro che ha visto negli ultimi quattro anni una contrazione della forza lavoro di oltre 28.000 unità - denuncia Paglia - a fronte di stipendi dei manager che continuano a essere misurati in milioni di euro, per tacere degli aiuti avuti dalla BCE e dallo Stato italiano.
Il Governo non può più esimersi dalla necessità di intervenire - conclude Paglia - contribuendo a costruire un intervento di sistema, che sappia mettere insieme la tutela della solidità del sistema bancario, il ripristino di adeguate relazioni industriali, l'attivazione di misure che rilancino l'accesso al credito per consumi e investimenti.
Lo sottolinea Giovanni Paglia, deputato SEL e membro della Commissione Finanze alla Camera.
Questo in un quadro che ha visto negli ultimi quattro anni una contrazione della forza lavoro di oltre 28.000 unità - denuncia Paglia - a fronte di stipendi dei manager che continuano a essere misurati in milioni di euro, per tacere degli aiuti avuti dalla BCE e dallo Stato italiano.
Il Governo non può più esimersi dalla necessità di intervenire - conclude Paglia - contribuendo a costruire un intervento di sistema, che sappia mettere insieme la tutela della solidità del sistema bancario, il ripristino di adeguate relazioni industriali, l'attivazione di misure che rilancino l'accesso al credito per consumi e investimenti.