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Referendum, l'appoggio di SEL: battaglie per la civiltà dei diritti

17/7/2013

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“Il referendum è uno strumento di democrazia diretta che chiama i cittadini a scegliere su tematiche concrete e precise. In un momento in cui la politica non riesce a prendersi la responsabilità di affrontare questioni cruciali del nostro paese che rimangono inevase,è essenziale la presa di parola dei cittadini. Per questo abbiamo partecipato all’assemblea di presentazione  dei quesiti referendari che si è svolta oggi al Capranichetta e consideriamo positiva l’iniziativa promossa da associazioni e partiti, in particolare i Radicali, di raccolta firme”. Lo afferma Marco Furfaro, della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, dopo l’iniziativa pubblica di questi giorni.
“Si tratta di quesiti  – prosegue l’esponente di Sel – che affrontano questioni importanti, dall’immigrazione alla politica in materia di droghe, dal divorzio breve all’8 per mille: battaglie di civiltà e libertà di scelta dei singoli cittadini. Appoggiamo con convinzione i quesiti su lavoro e immigrazione perché riteniamo fondamentale abrogare il reato di clandestinità, inutile e dannoso, e regolarizzare quel mezzo milione di migranti che lavorano in nero e in condizioni spesso schiaviste (che portano, tra l’altro, una mancata entrata di tre miliardi di euro di contributi persi dallo Stato), spesso ricattati dalla malavita organizzata. Così come è importante svuotare le carceri e mettere fine al fallimento del proibizionismo in materia di droghe:  mentre il fatturato delle mafie arriva a 30 miliardi di euro, le carceri si riempiono di piccoli spacciatori con costi enormi per lo Stato. Per questo appoggiamo il quesito che abolisce la pena detentiva per fatti di lieve entità. Infine due quesiti sulla libertà di scelta delle persone: per arrivare presto al divorzio breve, in un Paese dove circa un milione di famiglie deve attendere 4 anni per un divorzio consensuale e 10 per uno giudiziale, e per fare in modo che chi non esprime una preferenza alla destinazione dell’8×1000 (60% degli italiani) veda la propria quota, anziché distribuita tra le confessioni religiosi, destinata allo Stato, in modo che possano essere spesi per finalità generali e a sostegno dell’economia. Battaglie di civiltà  – conclude Furfaro – che abbiamo deciso con forza di sostenere”.
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