La Regione con ogni sua iniziativa deve stimolare la creazione di lavoro; lavoro pulito, fondato su diritti interi e salari dignitosi. Gli imprenditori che creano lavoro non sono tutti uguali: ci sono quelli responsabili, che investono in qualità e ricerca, e quelli irresponsabili, che badano solo ai propri profitti. Occorre sostenere gli uni e contrastare gli altri attraverso leggi ad hoc che scoraggino, ad esempio, le delocalizzazioni. |
La Regione deve assumere come priorità delle sue politiche un piano per il lavoro e nuovi strumenti di coesione sociale. La prima emergenza è l'occupazione e il contrasto alla precarietà. Dobbiamo difendere il lavoro stabile che c'è e crearne di nuovo. La flessibilità esasperata, l'aumento del precariato e della disoccupazione, la diminuzione dei contratti a tempo indeterminato sono ormai caratteristiche strutturali del mercato del lavoro. Così come lo sfruttamento e il caporalato che si registrano in special modo nel lavoro stagionale legato al turismo. Per questo servono gli strumenti già adottati, come il piano per l’attrattività, e consistenti politiche di sostegno all’economia della conoscenza, della salute e dell’ambiente attraverso una riconversione ecologica delle produzioni, per favorire la creazione di imprese ad alto contenuto tecnologico e di conseguenza la creazione di posti di lavoro di qualità.