Sinistra Italiana - ER
  • Notizie
  • Territorio
    • Bologna
    • Cesena
    • Ferrara
    • Forlì
    • Modena
    • Parma
    • Piacenza
    • Ravenna
    • Reggio Emilia
    • Rimini
  • Chi siamo
  • Attività Istituzionale e Parlamentare
    • Sinistra Italiana in Regione
    • Sinistra Italiana ER alla Camera

COVID-19: INACCETTABILE ESCLUDERE I SINDACATI DAL DDL CURA ITALIA

17/4/2020

0 Commenti

 
COVID-19: INACCETTABILE ESCLUDERE I SINDACATI DAL DDL CURA ITALIA

Siamo ancora in piena emergenza COVID 19. Le misure di sicurezza e distanziamento sociale hanno sicuramente rallentato la pressione sul sistema sanitario ma  non autorizzano nessuno ad abbassare la guardia, a rompere le righe. Per questo esprimiamo preoccupazione e contrarietà rispetto alle intenzioni di accelerare la cosiddetta fase 2 espresse da varie regioni e forze politiche e sociali.  Si tratta di pericolose fughe in avanti.
In questo quadro, risulta per noi incomprensibile e  inaccettabile la decisione di escludere le organizzazioni sindacali dai tavoli in cui si discute della ripartenza del nostro sistema economico. Questo è quanto emerge nel DDL di conversione del "cura Italia" così come approvato in senato.

Si è infatti deciso di tenere fuori i sindacati dalla discussione sulle procedure per attivare gli ammortizzatori sociali per emergenza coronavirus. È chiaro che tale esclusione è tanto più grave se si tiene conto che l'emergenza economica sarà molto lunga e riguarderà non solo la cassa integrazione ma anche la necessità di conciliare distanziamento sociale, ripresa produttiva, necessaria riorganizzazione della produzione. Rispetto a tutto questo le imprese non devono decidere da sole. Le imprese non possono procedere in maniera unilaterale. I lavoratori e le loro rappresentanze sindacali devono avere una voce e un ruolo determinanti in questa discussione sulla tutela di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e nella riorganizzazione della produzione. Nell'esprimere la nostra solidarietà alle organizzazioni sindacali chiediamo la modifica del DDL alla camera.

Segreteria regionale Sinistra Italiana E.R.
0 Commenti

La politica al tempo del coronavirus

15/3/2020

0 Commenti

 
Foto
La politica al tempo del coronavirus                              
Segreteria regionale Sinistra Italiana Emilia Romagna  15-3-2020
La pandemia dovuta al virus covid19 colpisce il nostro paese in un momento di forte difficoltà del suo assetto istituzionale (stretto nella tenaglia federalismo-centralismo), del suo sistema sanitario (definanziato da decenni), del suo sistema scolastico (costretto ad adottare una didattica a distanza a cui non è preparato), del suo sistema produttivo (già in grande trasformazione eppure in stagnazione da anni).
Questa pandemia, con le sue paure, le sue vittime, i suoi costi economici spazzerà via opinioni consolidate sia fra i cittadini che nella classe dirigente: la politica e la società non sarà più la stessa.
Emerge ora con chiarezza che aver umiliato il nostro sistema sanitario con continui tagli (portando ad esempio la dotazione dei posti di rianimazione a 12 su 100.000 abitanti, contro i 30 della germania) ha indebolito la nostra capacità di difesa da eventi di questo genere. La situazione relativamente ottimale della nostra regione non può farci ignorare  tutti i limiti e le contraddizioni dello spezzatino regionalista della sanità,che, in mancanza della definizione di standard di base, vede condizioni talmente disastrate da temere una catastrofe se il virus si diffondesse al sud come nelle regioni attualmente colpite.
Questa pandemia fa emergere le contraddizioni del nostro paese, e l’ipocrisia della classe dirigente, che appare incapace di vedere oltre l’emergenza. Ma come spesso avviene è proprio l’emergenza che disegnerà il dopo emergenza.
Perché è certo che questa pandemia finirà, ma noi, la politica e la società non saremo più gli stessi.
Emergerà con prepotenza quello che era già in nuce nella crisi economica e sociale che ci trasciniamo dal 2008: la domanda di protezione dei ceti popolari non riguarderà solo la questione economica, che si aggraverà, ma anche la sicurezza della propria vita.
La destra, dopo avere cavalcato il processo neoliberista, poi, con grande disinvoltura, ha cercato di dare una risposta a questo bisogno in chiave sovranista e sciovinista, indicando un nemico di comodo (l’immigrato) non potendo indicare una soluzione. Questa destra ha conquistato l’egemonia culturale nelle masse popolari anche grazie all’adesione della parte preponderante della sinistra alla narrazione della globalizzazione come mera opportunità, per le imprese come per le persone, come se tutte avessero gli strumenti e le condizioni per partecipare alla sfida globale.
 Se alla ricerca di sicurezza sociale si aggiunge l’incertezza sulla propria esistenza, lo sconvolgimento delle abitudini di vita, e la catastrofe economica che colpisce già oggi prevalentemente il lavoro autonomo, si ottiene una tale instabilità psico-sociale che può portare a una richiesta di uomo forte ( o di donna forte, visto che la più adatta sembra essere la Meloni, che non ha l’ostacolo del federalismo nel suo pedigree), o ad una richiesta di forte eguaglianza nella difficoltà incombente. 
La sinistra, soprattutto quella che non è stata coinvolta nell’innamoramento per la globalizzazione, se avrà la capacità e l’umiltà di scendere dal piano analitico/ideologico al piano concreto delle risposte ai problemi e alle paure, ha oggi l’occasione per far sentire la propria voce, non nel deserto che prima la circondava, ma nell’attenzione delle menti svegliate dal pericolo che su di noi incombe. 
Ma questa voce deve sentirsi ora, nell’emergenza, perché il dopo dipende da quello che facciamo ora.
Dobbiamo prevedere l'allargamento degli strumenti di sostegno al reddito a tutti i lavoratori dipendenti ed autonomi, e l’introduzione di un ausilio alle piccole imprese per i casi di recessioni generali o di settore.
Dobbiamo riproporre con forza l’esigenza di valorizzare il lavoro, contrastando con appositi provvedimenti una precarietà socialmente assurda, sostenendo la necessità di adeguate retribuzioni per il sistema privato e per quello pubblico, troppo a lungo umiliati se non dileggiati.
Sono necessari grandi investimenti per sostenere politiche di rilancio immediato nel post virus come il turismo, il commercio di prossimità; per sostenere piani concreti di transizione ecologica e le tante opere per la messa in sicurezza del territorio
 È necessario un rilancio della spesa sociale e una sua maggiore equità. Nell’emergenza occorre che si alzi il tasso di eguaglianza del nostro paese, e chi ha di più, deve sostenere chi subisce i colpi di questa crisi feroce. Dobbiamo chiedere una forte iniezione di equità nel sistema fiscale e nel sistema pensionistico (ponendo un tetto massimo alle pensioni come in Spagna e Germania).
Dobbiamo dunque con nettezza chiedere di cancellare ogni progetto di federalismo differenziato, riportando anzi le competenze emergenziali del sistema sanitario e scolastico in mano allo stato, superando le storture della  riforma del titolo V della costituzione.
Dobbiamo chiedere di poter fare più debito all’Europa, ma anche di introdurre tassazioni patrimoniali come quelle previste in altri paesi europei, sia a carattere permanente sia una tantum per l’emergenza pandemia. Pensare di affrontare questa emergenza solo con il debito, significa mettere una pietra al collo al paese. Il debito buono è quello per gli investimenti, i soli che ci possono tirar fuori da un rischio di recessione permanente. Ma questo debito deve essere in capo all’Europa, con strumenti come gli eurobond, per finanziare un piano di investimenti europeo che guardi anche ai nostri interessi nel mediterraneo. Per questo dobbiamo rimettere in discussione i vari trattati da Maastricht al Fiscal compact.
Sinistra Italiana, la Sinistra in Italia che con intelligenza e umiltà può ritrovare le ragioni di un processo unitario, ha oggi un’opportunità. Va colta ed agita. Con gli strumenti adatti all'isolamento in cui viviamo e vivremo nelle prossime settimane. Trovando parole d’ordine semplici, usandole nel social media, affiggendole alle nostre finestre e balconi.
Trovando la politica al tempo del coronavirus.
0 Commenti

Governo Conte 2: per una svolta nelle politiche sociali ed economiche.  Emilia Romagna: per una coalizione M5S-PD-LeU

11/9/2019

0 Commenti

 
Governo Conte 2: per una svolta nelle politiche sociali ed economiche.
Emilia Romagna: per una coalizione M5S-PD-LeU


La manifestazione della destra contro l’insediamento del Governo Conte 2, con la sua estetica di insulti, odio e simboli fascisti, fa risaltare per contrasto l’adesione del presidente Conte alla prassi costituzionale. La risposta più efficace che il nuovo governo può dare ad una destra che non ammette di stare all’opposizione è quella di mettere in campo una vera svolta nelle politiche sociali, economiche ed ambientali. Ascoltando le proposte delle parti sociali, in specie quelle dei sindacati dei lavoratori, per realizzare un patto per l’equità e lo sviluppo sostenibile. Con il rischio di recessione, che ora tocca anche la Germania, e le possibili conseguenze di una Brexit incontrollata, vi sono ora le condizioni politiche affinché in Europa si superino le politiche di austerity e si dia avvio a politiche espansive e di gestione coordinata del fenomeno migratorio. La maggioranza PD-M5S-LeU che sostiene il nuovo governo Conte è una occasione di tutela della tenuta democratica del paese. Per farlo deve riconnettersi sentimentalmente con le esigenze di chi in questi anni ha subito la crisi, e che, in assenza di alternative, ha creduto alla narrazione dell’odio di Salvini e Meloni.
La svolta economica e sociale è la condizione necessaria per la tenuta democratica del paese. Per questo è positivo che si sia arrivato ad un programma comune, dove si è fatta sintesi fra proposte, e non ad un contratto con agende separate.
Questa maggioranza deve diventare una vera coalizione, dove il collante sia una visione convergente del futuro del paese, che superi sia le politiche securitarie del precedente governo Lega-M5S che le politiche liberiste dei governi di centro-sinistra.
Una coalizione che deve vivere nei territori e misurarsi con le prossime scadenze elettorali regionali, per sconfiggere la destra sul campo. In Emilia Romagna c’è la possibilità per discutere un programma comune nel perimetro dell'alleanza M5S-PD-LeU, anche con importanti cambiamenti rispetto agli indirizzi dell’attuale governo regionale sui temi dei beni comuni, dell’urbanistica, dei trasporti, ecc..
​Come Sinistra Italiana da tempo abbiamo un efficace canale di comunicazione con il M5S nei lavori del consiglio regionale, dove spesso si sono assunte iniziative comuni. L’esito delle prossime elezioni in Emilia Romagna ha poi una valenza nazionale: se anche qui la destra dovesse vincere, difficilmente potrebbe proseguire l'esperienza del Governo Conte 2. Per questo occorre al più presto avviare un confronto che abbia come oggetto, oltre alla definizione dei contenuti programmatici, anche l'individuazione del candidato presidente.

Bologna, 10/09/2019
Segreteria regionale di Sinistra Italiana Emilia-Romagna
0 Commenti

Documento sulla #CrisidiGoverno

28/8/2019

0 Commenti

 
Foto


Documento sulla crisi governo
della segreteria regionale di Sinistra Italiana Emilia Romagna

La crisi del Governo M5S-Lega, inaspettata nei tempi e nei modi, era però preannunciata da posizioni provenienti dall’Europa e dai poteri organizzati in italia, in specie Confindustria, che chiedevano una svolta a destra della politica economica e sociale dell’esecutivo Conte, che lo allontanasse da politiche espansive che pure avevano ispirato le prime misure economiche del governo.
Questa crisi offre al contempo una possibilità o un rischio.
Il rischio di consegnare alla destra, egemonizzata dalla Lega, la rappresentanza di una posizione che unisce la richiesta di politiche espansive con politiche nazionaliste e demografiche.
La possibilità di mettere in campo una vera svolta nelle politiche sociali ed economiche, sottraendo così alla Lega uno dei principali motori che ne hanno alimentato il consenso.
Transizione ecologica, giustizia sociale, questione generazionale: questi devono essere i tre grandi assi su cui innestare il possibile prosieguo della legislatura.
La manovra finanziaria non può separare il risanamento dal rilancio economico. Non possono esservi i soliti due tempi. Prima la finanziaria che copre i buchi lasciati dal governo Lega-M5S, sottostando alla riproposta linea dell’austerità della Commissione europea presieduta dalla Ursula von der Leyen. Poi una manovra espansiva per creare lavoro, in un secondo tempo che potrebbe non arrivare mai, anche a causa della intrinseca instabilità della nuova maggioranza, che dovrebbe basarsi sulla “fedeltà” di Matteo Renzi, che controlla la maggioranza dei gruppi parlamentari del PD.

Per questo Sinistra Italiana deve farsi portatrice di parole d’ordine semplici e comprensibili.
Chiedendo una manovra finanziaria da 50 ml che contenga sia la copertura dell’IVA che forti misure di investimento sulla transizione ecologica, e di giustizia sociale. In specie riproponendo la parola d’ordine di LeU sulla gratuità dell’Università per i redditi medio-bassi.
Contrapponendosi così alla propaganda della Lega che chiede 50 ml per ridurre le tasse ai ricchi. Nessuno può escludere che di nuovo nel PD, come un riflesso condizionato, prevalgano posizioni di subordinazione alle politiche di austerity. Per questo occorre ad un tempo valorizzare e migliorare le proposte del M5S su salario minimo, di cittadinanza, di lotta alla precarietà e giocare una propria partita. Anche se piccoli, possiamo avere un ruolo se la nostra voce sarà netta, forte e libera.
L’eventuale nostra presenza nel governo può porsi solo alla verifica di dirimenti contenuti di merito. Il nostro compito deve essere quello di raccogliere la spinta che c’è nel popolo di sinistra per evitare elezioni anticipate che potrebbero portare ad un governo di destra estrema, ed ingaggiare in questi mesi una lotta corpo a corpo con la Lega per l’egemonia fra i ceti popolari.
​

Bologna, 26/08/2019 


0 Commenti

Sinistra. Ai ballottaggi fermiamo la Lega.

4/6/2019

0 Commenti

 
​Domenica 9 ci saranno i ballottaggi in molti comuni della nostra regione. È un appuntamento importante, non scontato, a cui bisogna rispondere.

L’antifascismo è una categoria umana e perfino prepolitica, si colloca nel solco della adesione comune ai principi costituzionali. Bisogna contrastare ovunque chi sdogana idee fasciste, direttamente o per tramite, e il voto al ballottaggio partirà da questa necessità, perché la lega e i suoi annessi e connessi devono essere respinti.
Molte questioni hanno segnato per noi criticità nei cinque anni passati in diverse amministrazioni a traino PD, come la gestione dei beni comuni, dei servizi educativi e sociali, delle politiche su mobilità e infrastrutture, il ricorso ai daspo urbani, il rapporto con la laicità, con il mondo della cultura.

Sia chiaro però che la Lega, che blocca la legge Daga, che toglie controlli sugli appalti e che cementifica, che da sempre sottrae fondi al pubblico verso il privato, che bacia il rosario mentre emargina e criminalizza i deboli, e si potrebbe continuare fino a Pillon, sicuramente darebbe alle città risposte peggiorative e incompatibili con la nostra storia di lotte collettive e volontà di migliorare sempre le condizioni di vita dei molti e non dei pochi.

Diciamo anche che questi giorni potrebbero essere usati non (solo) per ricognizioni di voti, ma per rilanciare una visione politica, su cui comunque  faremo di tutto per arrivare a discutere nei prossimi cinque anni.

Questo vuol dire essere di sinistra, sapere da che parte stare quando è ora.

Silvia Prodi, Gessica Allegni (èViva)
Igor Taruffi, Yuri Torri, Gian Guido Naldi (Sinistra Italiana)
Piergiovanni Alleva, Sergio Caserta (l’Altra Emila-Romagna)
0 Commenti

Elezioni Europee e amministrative del 26 maggio

6/5/2019

0 Commenti

 
​La sinistra italiana alle elezioni europee del 26 Maggio sarà presente con una propria lista che aderisce al gruppo parlamentare della sinistra europea. Ci saremo per un’Europa dei popoli e non della finanza, per un’Europa dei diritti sociali e civili, della tutela di un ambiente sempre più saccheggiato da un sistema economico predatorio che sta uccidendo il nostro pianeta. Sosterremo l’abbandono delle politiche neoliberiste e dell’austerità che continuano ad alimentare le diseguaglianze tra esseri umani, per una forte iniziativa europea di rilancio degli investimenti pubblici finanziati con prelievi sulle grandi ricchezze e sulle multinazionali. Per cambiare questa Europa, per contrastare la destra xenofoba occorre una affermazione della lista “La Sinistra”, l’unica lista di sinistra che si presenterà alle prossime elezioni europee.
Nella stessa giornata in molte città e capoluoghi di provincia della nostra Regione si voterà per il rinnovo delle amministrazioni comunali. In tanti comuni della Regione abbiamo provato a stimolare o a far parte di processi aggregativi reali con alla base una visione delle città che tenga al centro i bisogni reali delle e dei cittadini, il bene comune e uno sviluppo sostenibile. Lo sforzo e la passione di tante e tanti, la necessità di un modello di governo alternativo a quello proposto dal dettato neoliberista che porta con se diseguaglianza e razzismo, ha fatto sì che in tanti territori queste proposte siano in grado di presentarsi alle prossime elezioni amministrative. Processi e percorsi che come Sinistra Italiana riteniamo preziosi poiché capaci di attivare cittadine e cittadini attorno alla necessità di praticare e concretizzare l’alternativa politica al neoliberismo; per questo ci aspettiamo e ci auspichiamo che i percorsi sviluppati a Cesena (Fondamenta), Ferrara (Coalizione Civica per Ferrara), Forlì (L’Alternativa per Forlì), Modena (Modena Volta Pagina), Reggio Emilia (Reggio Emilia in Comune), solo per citare i capoluoghi di provincia, abbiano la fiducia e il voto del popolo della sinistra, poiché in quei percorsi c’è la sinistra, la sua idea di società, i suoi valori.
In quei percorsi c’è la volontà di costruire città solidali che mettano al centro la giustizia sociale, che lavorino per eliminare le diseguaglianze, che contrastino lo sfruttamento del territorio e abbiano al centro la tutela dell’ambiente, che rifiuta l’involuzione razzista e fascista e la contrasta concretamente. In quei percorsi c’è la sinistra che si attiva, che produce democrazia e partecipazione, ci sono le idee e le pratiche alternative delle quali c’è estremo bisogno per superare questa crisi sociale ed economica e respingere l’involuzione culturale nella quale stiamo sprofondando.
0 Commenti

Il regionalismo differenziato non sia la strada per la rottura dell'unità nazionale. L’ultima parola al parlamento.

3/4/2019

0 Commenti

 

Il vaso di Pandora dell'autonomia regionale differenziata, com'era prevedibile, rischia di avvelenare il clima politico e sociale.
Si è confuso il regionalismo con il federalismo, l’autonomia gestionale con l’autonomia legislativa, il finanziamento dei servizi sulla base dei bisogni con il finanziamento sulla base della ricchezza prodotta.
Grazie anche alla pessima riforma del Titolo V della Costituzione approvata nel 2001, un percorso frutto solo di trattative fra Regioni e Governo e sottratto al controllo del Parlamento, può sfociare nella rottura dell’unità nazionale.
Il punto centrale è l’intenzione delle Regioni richiedenti (esplicita o implicita che sia) di finanziare i servizi richiesti con una percentuale del gettito fiscale in capo alla Regione. Si avrebbero così dei servizi di base diversi fra una regione e l’altra non per capacità gestionale, ma per l’accesso a maggiori finanziamenti.
Finora la legislazione concorrente su materie quali salute, scuola, cultura, territorio, energia
attribuiva allo Stato l'indirizzo e alle Regioni l’attuazione e gestione sul territorio.
Con la richiesta di potestà legislativa regionale autonoma si delinea la possibilità di linee guida generali su queste materie che potrebbero far divergere le Regioni molto più di quanto non accada oggi. Per questo è indispensabile prima di tutto che il Governo stabilisca i Livelli Essenziali delle Prestazioni. Senza questi parametri nessuna discussione sull'autonomia può e deve essere avviata.
Infatti il regionalismo così come l’abbiamo conosciuto, se ha dato la possibilità ad alcune regione di esprimere la propria capacità di governo, ha anche portato ad amplificare le differenze di partenza, e dove l’autonomia era stata data in maggior grado, con le regioni speciali, essa non ha portato benefici ai cittadini, ma ha alimentato burocrazie quanto non corruzione locale. Per questo pensiamo che i poteri attribuiti alle regioni speciali vadano rivisti e ridotti. Sinistra Italiana è per un forte regionalismo, cioè per l’attribuzione alle Regioni che ne facciano richiesta di potestà gestionale in vari campi, ma all’interno di una legislazione di indirizzo nazionale definita dal Parlamento.
Per questo chiediamo al Presidente della Regione Emilia-Romagna Bonaccini di fermare le
trattative con il Governo Lega-5S fino a quando il Governo stesso non avrà stabilito i Livelli
Essenziali delle Prestazioni.
Solo a quel punto, con un vero dibattito nel Paese e nel Parlamento, si potrà procedere con le intese nelle quali dovranno essere recepite le richieste di modifica che da più parti vengono avanzate.
Senza queste condizioni, Sinistra Italiana si opporrà alla ratifica di ogni frettolosa corsa al
regionalismo differenziato.

Segreteria regionale Sinistra Italiana Emilia Romagna
0 Commenti

PER UNA MOBILITÀ SOSTENIBILE PER L’EMILIA-ROMAGNA

7/3/2019

0 Commenti

 

​L’inizio del mese di marzo vede contrapporsi in Emilia-Romagna due iniziative antitetiche: il 9 le Amministrazioni locali, assieme ai rappresentanti delle associazioni economiche e delle organizzazioni sindacali, si riuniranno per chiedere al Governo di realizzare autostrade e infrastrutture dedicate alla mobilità privata su gomma, mentre il 15 gli studenti e la società civile, affiancati da uno sciopero nazionale del comparto scuola, manifesteranno in tutta Italia contro i cambiamenti climatici e per il rispetto degli Accordi di Parigi.
Due strategie opposte: da una parte proseguire come se niente fosse sulla strada che ha portato il bacino padano ad essere l’area d’Europa che registra il più alto numero di decessi per la cattiva qualità dell’aria, dall’altra impegnarsi finalmente per la decarbonizzazione dei trasporti e dell’economia.
Noi crediamo che non sia utile partecipare all’iniziativa del 9 marzo per sostenere autostrade pensate anche decenni addietro, quando l’accesso delle merci prodotte in Emilia-Romagna ai mercati centro e nord europei avviene tramite ferrovia e buona parte degli Stati confinanti sull’arco Alpino stanno investendo nel trasporto merci su treno e disincentivano quello su gomma (basti pensare al recente valico di base del San Gottardo, e alle scelte sul confine austriaco del Brennero, piuttosto che agli investimenti tedeschi nella logistica su ferro anche sul suolo italiano).
Nel distretto ceramico di Sassuolo, ad esempio, dove si è assistito ad una contrazione della produzione destinata al mercato interno, mentre regge l’export che rappresenta oltre l’80% del mercato di riferimento e per il quale sarebbe auspicabile il trasporto su ferro a partire dall’origine del prodotto, continua a non essere realizzato il collegamento ferroviario tra gli scali merci di Dinazzano e Cittanova-Marzaglia, previsto da tutti gli strumenti di pianificazione e negli accordi per la realizzazione dell’Alta Velocità nel Comune di Modena.
Sul lato del comprensorio turistico romagnolo invece quello che veramente manca per essere al pari con la modernità è un sistema di trasporto pubblico di massa costiero che non è nemmeno presente nei documenti di programmazione.
L’area della bassa modenese e dell’alto ferrarese necessita da tempo di un intervento di cucitura dei tratti di cispadana urbana già esistenti e capaci di collegare i centri industriali senza snaturare l’intero contesto storico, culturale e ambientale con un’arteria autostradale per la cui realizzazione non ci sono le condizioni economiche e progettuali.
La popolazione sta guardando con insofferenza alla realizzazione di grandi opere dalla dubbia utilità e dagli alti impatti ambientali, mentre tante linee ferroviarie della nostra regione sono oggi al di sotto dei parametri di efficienza e modernità necessari per incentivare l’utilizzo pendolare e per garantire competitività nel trasporti su merci.
In questo contesto risulta difficile non notare il paradosso di amministratori pubblici che continuano a puntare sulle autostrade e sul trasporto privato, mentre alla principale industria italiana di autobus, che ha uno stabilimento a Bologna, non viene offerta alcuna credibile prospettiva di sviluppo.
Certo, per farlo sarebbero necessarie scelte politiche decise e concrete a favore della mobilità pubblica, collettiva ed a emissioni zero e non semplicistiche analisi costi-benefici in cui i mancati introiti delle accise sui carburanti vengono considerati un danno all’economia e non un vantaggio per l’ambiente e la salute di tutti.
Oggi si deve chiedere al Governo non nuove autostrade, ma che vengano capovolti i rapporti di spesa, oggi sbilanciati su investimenti dedicati principalmente ad infrastrutture destinate al trasporto su gomma, verso un modello di trasporto sostenibile e affrancato dal mezzo privato, con l’incremento dei servizi su ferro ed elettrici a livello regionale, di bacino provinciale e metropolitano.
 
Stefano Lugli, Rifondazione Comunista Emilia-Romagna
Gianguido Naldi, Sinistra Italiana Emilia-Romagna
Francesca Vendemmiati, Possibile Emilia-Romagna
Paolo Viglianti, PCI Emilia-Romagna
Silvia Prodi, Per i molti Emilia-Romagna
0 Commenti

Liberi e Uguali Emilia Romagna: Auguri a tutt* noi! Per il 4 marzo e oltre!

3/3/2018

0 Commenti

 
Foto
Pagina Facebook Liberi e Uguali Emilia Romagna
Profilo Instagram (con tutte le biografie e le foto dei candidati)
​

È stata una campagna elettorale intensa e bellissima. 
Sono state 500 le iniziative che con i nostri 36 candidati abbiamo messo in campo in Emilia-Romagna in questo mese e mezzo di campagna elettorale: più di 10 al giorno, tra dibattiti aperti al pubblico, pranzi e cene di autofinanziamento, banchetti e volantinaggi, raggiunti a bordo dei nostri due camper e della nostra macchina, rigorosamente a metano.
Abbiamo potuto farlo grazie alle migliaia di volontari e volontarie che si sono impegnati nella nostra regione per questo progetto appena nato, spesso sottraendo tempo al riposo, al lavoro e agli affetti. La loro passione per la politica è il valore più importante, ed è stata un esempio per tutti.
Siamo stati davanti ai luoghi di lavoro, alle mense e alle scuole, nei circoli, nelle piazze, nei mercati, spesso tra il ghiaccio e la neve, nella convinzione che è solo ascoltando e dialogando che si superano le diffidenze e si ricrea l’affezione per la politica.
Abbiamo incontrato giovani al primo voto, meno giovani che non hanno perso la speranza di poter contribuire a cambiare le cose, cittadine e cittadini che vogliono un futuro migliore per loro e per le generazioni che verranno. A volte delusi, a volte fiduciosi, in ogni caso consapevoli che è solo attraverso il voto che si possono cambiare i destini collettivi di un paese.
Ora la palla passa a te. Non ti chiediamo di votare per noi, ma di votare per i tuoi valori e per chi meglio può rappresentarli. 
Se vorrai metterci alla prova, noi siamo pronti.

Liberi e Uguali Emilia Romagna
0 Commenti

Pietro Grasso in Emilia Romagna: istantanee da Bologna, Reggio Emilia e Modena + Rassegna stampa

20/2/2018

0 Commenti

 
Rassegna stampa completa
​Servizio Tg3 regionale
​Video-servizio da Castelfrigo
0 Commenti
<<Precedente
    Immagine
    Sinistra Italiana

    Segui l'attività di Sinistra italiana ER

    Foto
    Foto

    Link utili

    Gruppo consiliare regionale

    Feed RSS

    Scrivici

Invia
Ci puoi trovare in
via Marconi, 30 Bologna
Puoi scriverci su
sinistraitaliana.emiliaromagna@gmail.com

Informativa sui cookie